NUMERI

NUMERI E RESTI

Ogni democrazia è in fin dei conti iatro-democrazia, monopolio dell’omicidio medico innalzato a dominio del popolo.

Testo d’urto del Fronte dei Pazienti / Collettivo Socialista dei Pazienti - PF/SPK(H)

 
Prefazione alla traduzione di NUMERI E RESTI

Il seguente testo sottrae ogni fondamento e ogni validità a tutta la scienza con tutte le tecnologie annesse, mandandole in congedo per sempre. Il testo apre una veduta alla coscienza basata sulla malattia, coscienza quindi capace di elevarsi a qualsiasi potenza, affinché veda, per la prima volta, un mondo mai visto, un mondo comune a tutti; esso dischiude cioè lo sguardo alla possibilità mai vista in questo modo di un mondo comune a tutti. Esso non costituisce soltanto l’asse, il polo fermo e la ragione giustificativa intorno a cui girano tutte le nostre pubblicazioni, ma anche tutti i futuri cambiamenti, inclusi quelli rivoluzionari, hanno in esso il metro immutabile (letteralmente: unverrückbar = non-spostabile) del loro obiettivo.

  Ciò dovrebbe sapere chi sta leggendo questo testo. Noi stessi l’abbiamo messo per iscritto per non dimenticarlo.  
Annotazione dei traduttori, della edizione spagnola
Reid Aldeapzoli Loev, Mag. phil., e
P. Hogernig, Dipl.-Soc. e chimico,
PF/SPK EMF Spagna


"Chi domina la sanità pubblica, domina la popolazione". Chi comanda quindi secondo Lenin? Il corpo medico. E’ il corpo medico da cui deriva ogni potere politico. Chi fa uso di questa citazione di Lenin è generalmente medico adducendo tuttavia argomenti contro il "comunismo" e per "il bene dei suoi pazienti". E’ invece certo che né Lenin né nessun altro dominò mai i medici, per non parlare della sanità pubblica. Che sia allora la popolazione? Ma anche questa solo sua scia del corpo medico. L’ultima battaglia di Lenin dopo decenni di notti insonni culminò in minacce di boicottaggio contro i suoi benevoli medici di casa. Niente di più. Ma chi ci può impedire di vedere in ciò fin ad oggi la sua prima ed unica azione fondamentalmente rivoluzionaria?

Stalin, innanzitutto zelante medico divino addirittura mosaico ("… perché io sono il Signore, il tuo medico!", 2 Mosé 15, 26), in un minuzioso lavoro durato per decenni tramite stalinisti di ogni rango aveva fatto classificare a scelta tutta la gente malvista come possibili agenti patogeni e in quanto tali li aveva fatti liquidare. Poiché la malattia, contagiosa come può essere, richiede una guarigione rapidissima e sanissima. E la guarigione richiede vittime. Molte e supreme. Ma quando egli intorno al 1950 iniziò uno dei suoi famigerati attacchi a suo discarico contro "gli assassini cosmopolitici in camici bianchi" (il cosiddetto ‘complotto dei medici’) egli fallì così radicalmente e definitivamente come non mai.
Per ben tre anni egli fece di tutto per salvaguardare la sua salute e contemporaneamente si dedicò ai suoi "solitari giochi di pazienza politica" (questa espressione in tedesco: politische Patiencen) così zelante come non mai. Ciò nonostante egli sarebbe morto prematuramente.
E, come fa intravedere qualche cronista, per mano di uomo.
Discretamente, si capisce. Perché filoiatrocratico.

Attribuiamo a Lenin il merito di aver attaccato la sanità pubblica come dominio politico nella sua assolutezza. Stalin invece poté rappresentare l’apparato sanitario soltanto finché i medici gli lasciarono il suo corpo. Più tardi se ne sono serviti ancora, soltanto sotto forma delle cliniche SERBSKY. La droga medica Haloperidol, chiamata così anche lì, si dice che debba avere un sapore così politico-sanitario e che il cancro vada all’indietro, lì come altrove in istituti simili.

Diversamente da Stalin, per Hitler non fu necessario diventare attivo dal punto di vista politico-sanitario. Appena in sella, i suoi staffieri medici internazionali lo lasciarono al suo amato mestiere di guerra, la loro ereditaria industria fornitrice. Da parte loro essi si dedicarono confortevolmente ed indisturbati, privatamente, e non di rado perfino gratis al potere sovrano, prima su paziente e sesso, poi su popolazione e dittatore. Ciò li portò un bel tratto più vicino al loro scopo di ancorare, con illimitata capacità espansiva, nella popolazione e nella politica il millenario stato sanitario senza pericoli di crisi e sconvolgimenti. Nonostante tutti i tribunali di Norimberga e di Russel.

La norma costituita dalla salute, dall’arcaico rapporto creditori-debitori, e dalla forma di denaro può essere modificata come essa vuole: politicamente, economicamente ed ideologicamente, etnicamente, storicamente e socialmente. Inciderla come tale per mezzo di adattamenti coattivi in ogni cervello, cuore e sistema endocrinologico, e sia pure uccidendo, e in seguito arrivare alla fabbricazione dell’"Homo mensura"1, è e rimane creazione del medico, tanto evidente quanto segretamente custodita. E, in effetti, la prassi medica spazia dalla biologia al fattore "psi".

1"Homo mensura": in riferimento alla lingua furbesca dei medici (iatrolatino) 
  e agli istruttori ed istruiti provenienti da filoiatrocratici vogliamo 
  richiamare la Vostra attenzione sul fatto che, ogni qualvolta, quando essi 
  usano questa frase retorica, in uso come riduzione del concetto filosofico 
  "L’uomo è la misura di tutte le cose", essi non fanno altro che abbellire 
  ritualmente suddetto stato di cose.


L’assalto contro tutto ciò che riguarda la medicina è la conditio sine qua non di ogni sovversione e la via regia verso l’inconscio costituito da salute e denaro. Trattando – trattato, ciò è evidente. Ma la patopratica lo manda in aria.

Chiunque abbia moneta in tasca e capisca il suo uso pratico, deve avere in testa ben determinate astrazioni concettuali, sia egli consapevole di questo oppure no, poiché egli tratta questa moneta effettivamente come se avesse un’immutabile realtà. Queste astrazioni, che si trovano solo nel pensiero, traggono la propria origine (aborto) non dall’attività del pensiero, ma esclusivamente dall’azione di scambio (in tedesco: Tauschhandlung) tramite il denaro. – Esse appaiono più come prassi medica (trattamento, manipolazione – in tedesco: Behandlung) che come patopratica.
Che i concetti puri dell’intelletto non abbiano per soggetto il pensiero, ma provengano in qualche modo da "di fuori", è tema dominante corrente nella storia della filosofia occidentale: Parmenide ricevette l’ispirazione del concetto, che gli rappresenta l’Essere, da Dike, la dea del diritto e della verità; Platone non seppe far altro che attribuire i concetti a una reminescenza per una trasmigrazione delle anime; per Kant i principi conoscitivi fondamentali e le categorie traggono la propria origine da una preformazione che precede ogni esperienza.
L’equiparazione, che ha luogo nell’azione di scambio, del proprietario di merci con un certo numero di unità monetarie, forma la "divina forza" (K. Marx) del denaro: il denaro diventa il reale potere su tutto e su ciascuno – "… è la vera moneta spicciola quanto il vero cemento, la forza galvano-chimica della società." (K. Marx). Ciò che esiste mediante il denaro per il proprietario di merci, ciò che egli può comprare con il suo denaro, questo è egli stesso: il numero immaginario di unità monetarie rappresenta la persona (persona = maschera, dal latino personare = risuonare). Ciò che risuona non è la Kraft (forza) della Krankheit (malattia), ma l’eco del commercio monetario, inconsciamente folle e multiformemente rafforzato.

Nel rapporto di scambio il prodotto dell’uno è l’arma per impadronirsi del prodotto dell’altro, stratagemma della pacificazione (in tedesco: Befriedung) celebre e malfamata.
Poiché soddisfazione (in tedesco: Befriedigung) dei bisogni sarebbe il compimento rivoluzionario senza desideri, attuato unicamente nella malattia. Ma il valore, rapporto della reciprocità fra i proprietari di merci, è riferito per nove decimi (9/10) alla "salute", il valore inflazionistico, valore di tutti i valori. Contenuto del desiderio è – Maledizione! – la malattia. La salute rimane il "Fehler" (errore, mancamento) per eccellenza, il Fallus (fallo), il Fall (caso clinico), la Falle (trabocchetto medico). Frattanto però i proprietari di merci considerano il loro proprio prodotto come il potere sull’altro e su se stessi, cioè il loro proprio prodotto si è levato sulle zampe posteriori contro di loro (anche secondo K. Marx). Ma alla fine conta solo la salute -, e il tatto (ritmo) medico diventa anche per l’orecchio più credente ciò che è sempre stato: il conto alla rovescia sicurissimo, come la morte.

Quindi al punto labile del rovesciamento da produzione in distruzione lo stratega di pacificazione di ogni politica, il salvatore di ogni dominio, si introduce come "medico divino" (Karl Kerényi, anche autore di "La mitologia dei Greci") nel campo visivo della patopratica. Sia come stregone, come sciamano, come medico-sacerdote o come altro specialista del morire, egli era ed è sempre sul posto quando si tratta di falsificare, di alterare e di usurpare la resistenza che è liberazione dalla malattia e scatenamento della malattia. L’"Altro", che amputa dalla malattia l’obiettivo del suo compimento rivoluzionario per scampare al proprio essere restante, è iatrocratico. In nome della "salute". Egli forma la matrice di ogni politica di desiderio ed economia di profitto. Ed essi sanno cosa fanno.

Così nella metà del XVIII secolo i "pazzi" da rilasciare dovevano sottoscrivere il seguente rovescio (tergo della moneta, obbligo scritto): "Io, il sottoscritto mi rovescio con questa dichiarazione in nome della verità eterna, tanto è vero che Dio mi deve aiutare ad ottenere la beatitudine, di non volermi vendicare di nessuno dopo aver ricevuto la liberazione dall’ arresto".

Assimilato al suo valore (nel passato sotto forma di tributi sacrificali, oggi come contributi sociali e come valore del certificato medico), il malato è rimesso e consegnato: al prodotto d’arte e artefatto per eccellenza – il modello sanitario, prodotto del medico. Così vuole il potere medico (la iatrarchia)2: "I medici imparano a nostro pericolo, essi esperimentano e uccidono con impunità sovrana; in effetti, il medico è l’unico che può uccidere". Questo stato di cose, descritto da Plinio Secondo millenovecento anni fa, che – nei nostri tempi e per quanto ne sappiamo – non è messo a tacere solo da Bluechel e Illich, questo stato di cose dunque che ha esito mortale da tempi arcaici (l’anatomista Herophilo vivisezionò dei delinquenti condannati a morte e degli schiavi) dimostra che il corpo medico può esercitare il suo mestiere bellico e il suo monopolio dell’omicidio solo con l’acclamazione della maggioranza. Perché nel mondo della scarsità ognuno è l’Altro, il contro-uomo.

2 Iatrarchia: Ciò che gli altri chiamano "la salute", il Fronte dei Pazienti 
  identifica in unità di misura chilogrammetro, megavolt e milligrammo di unità 
  tossicologiche della forza di natura potenziata, come messa in opera dai medici 
  contro la malattia e gli ammalati – in una parola: Iatrarchia. Iatrarchia 
  deriva dal greco: composto da iatro (che indica tutto intorno al culto della 
  guarigione) e arché (arci-…, primordiale, antico, supremo, eccellente, di 
  primordine, di massim’ordine – archiatra: artista delle forme; anche: medico 
  principale).
Ma soltanto lo stato assistenziale sviluppato, democratico e sociale, si rivelerà completamente come il vero demanio del corpo medico. Ogni democrazia è in fin dei conti iatro-democrazia, monopolio dell’omicidio medico innalzato a dominio del popolo. E’ sempre il sano che domina. E il senso sano del popolo è tanto rapido – quanto sano.

Questo stato di cose, già corrente al tempo di Plinio Secondo, informa inoltre che il medico non mette soltanto al catasto (in tedesco: katastrisieren)3 la sostanza inalienabile della merce forza-lavoro, cioè il corpo, ma – come fa lo stato maggiore – viviseziona e cartografa anche il pensiero e il sentimento.

3 Mettere al catasto: lo storpiare, lo spezzettare e il pervertire da cui 
  sono colpiti ugualmente dei corpi terrestri e dei corpi umani sotto la 
  dettatura maniaca dei "terapeuticamente" infuriati farisei e scribi.
"L’anima in tutti gli elementi delle produzioni e dei movimenti della società borghese" (K. Marx) si fa riconoscere innanzitutto come programmata dal potere medico (iatrarchicamente). Non è il paziente cibernetico, bensì il medico tramite l’anima del denaro.

Con disinvoltura e con cinismo addirittura capitale il corpo medico mette in mostra la sua pretesa di onnipotenza già nel culto antico di Esculapio come culto di Stato Numero Uno, e mette in circolazione la sua funzione di sincronizzazione e di comando sulla società: il corpo medico da fondere ad ogni moneta – miracolo di terrore preventivo – il suo segno di Caino, la verga di Esculapio4. L’origine e la funzione del segno di Caino sono note: "…che nessuno che lo incontri lo uccida" (1 Mosé 4, 15). Oggi, trincerato dietro al IV° grado di sicurezza nei laboratori biotecnici, il corpo medico rimaneggia il codice genetico. Chi disturba i medici rischia perfino la catastrofe cosmica.

4Verga di Esculapio: ogni tanto si sente parlare di questa bacchetta "magica" 
 anche come caduceo di Esculapio. Gli umanisti dei libri di latino e dei 
 dizionari però indicano nel caduceo il bastone di Mercurio. Dunque, nulla 
 di meravigliosa in ciò: è solo uno dei tentativi innumerevoli per coprire 
 il legame fra commercio, proprietà e furto, bugia e medico.
La socialmente sintetica funzione del denaro (Sohn-Rethel5) è quindi mimetismo e conseguenza di quella del medico: per proteggersi dalla malattia che è constatata dal medico come essere restante, si va dal medico e lo si paga in moneta sonante (regali, tributi sacrificali, contributi sociali). Se K. Marx localizza l’origine del "soggetto teorico" (anima, psiche, soggettività) nella separazione della funzione-denaro dal materiale-denaro, che mette allo stesso livello l’uomo con il denaro, egli considera allora solo un momento, cioè il momento economico. L’altro momento è precisamente quello che primariamente sollecita il politico-sociale e che in fine è preponderante. Questo momento ha le sue radici nell’equiparazione dell’uomo con la "salute" a cui si dà un significato medi-cinico. Quindi nell’alterità, determinata iatrocraticamente. Il razzismo è il nome camuffato di questa alterità adoperato volentieri, con il quale il medico si tira fuori dall’affare alzando le spalle, con il quale l’"uomo politicamente colto" copre la prassi del monopolio dell’omicidio del buon zio dottore. Ogni razzismo è iatro-razzismo.
5 Alfred Sohn-Rethel era il primo e lunico che ha riparato all’insufficienza 
  della teoria marxista in relazione alle scienze naturali (Lavoro manuale e 
  lavoro intellettuale). Ancora quando era in vita (14.12.85), egli ha 
  confermato come corretta e appropriata in tutte le sue parti, la nostra 
  applicazione relazionata alla malattia delle sue scoperte conoscitive. In 
  una pubblicazione di PF/SPK, distribuita nell’Austria nel 1998+, i nessi 
  elaborati nel testo NUMERI E RESTI vengono colti in modo esemplare. In ciò 
  si da lo stop, una volta per tutte, ad ogni tentativo di un cosiddetto 
  disbrigo del passato, attuata con i mezzi del consueto esercizio delle scienze
Huber
+ Patientenstimme No 4/5 (La Voce dei Pazienti), pp.13 (cfr. anche 
  la traduzione ispanica in: Colectivo Socialista de Pacientes / 
  Frente de Pacientes, SPK/PF(H) y EMF español: 
  Fortísimo por la enfermedad! Pp.18)
Entrambi i momenti sono meravigliosamente conciliati tramite il "concetto" dominante della malattia che li unisce: "La malattia … è una irregolare condizione del corpo o della mente, il cui sopravvenire ha per conseguenza la necessità di un trattamento medico – da solo o insieme a incapacità di lavoro – o l’incapacità lavorativa" (Tribunale amministrativo superiore della Prussia del 10 ottobre 1889, confermato in un giudizio del Tribunale sociale della RFT il 16 maggio 1972).

Il corpo medico, se si tenta di considerare la classe medica come classe improduttiva per eccellenza, cerca di scampare al proprio annientamento, definendo, selezionando e amministrando gli "improduttivi" restanti (igiene della razza, vita senza valore, invalidi). In un disegno di legge sull’annientamento della vita, presentato nel 1940 al di sopra e alle spalle di Hitler, il corpo medico sollevò come criterio principale di selezione la "capacità al lavoro produttivo", facendo rigare diritto il resto, contento di essere scampato ancora una volta sano e salvo, con la speranza di "assistenza medica" tramite un simulato "idealismo terapeutico" (del quale già il comandante delle SS, Heinrich Himmler, sognava spesso e volentieri). Rigare diritto (in tedesco: bei der Stange halten tradotto solo approssimativamente con: dare una stangata a qd.; Stange = verga, caduceo) qui sta per salute, valore, desiderio, Fallus (fallo), Fall (caso), Falle (trabocchetto), in breve e insomma: "Fehler" (errore).

Del resto deve già essere aleggiato davanti agli occhi del vecchio scettico Cartesio qualcosa del genere quando egli, cui fu proibito l’esercizio della professione e che fu censurato politicamente, portò alle stelle proprio l’arte medica come toccasana, e fece così come se egli riponesse soltanto in essa tutta la sua speranza in una futura nobilitazione della specie umana.

L’espressione capitalistica dell’imperialismo diretto dai medici verso l’interno, creandosi degli iloti nel proprio paese (‘ilota’ deriva dal greco heilotes = prigionieri, schiavi di stato della Sparta antica), e definendoli medicalmente, apparve sul territorio tedesco per la prima volta appena un secolo dopo Cartesio. La iatrocrazia come "polizia medica" (Rau, Baldinger, Frank) già allora non si dichiarò competente soltanto per la "sicurezza interna dello stato" (J. P. Frank) ma ancora di più per il fattore "capacità lavorativa umana", nuovamente scoperto dal Cameralismo6 di quel tempo. La moderna "politica della salute" e i programmi per la "conservazione della salute della popolazione" hanno qui il loro punto di partenza, sia medico sia "curativo".

6 Cameralismo: forma storica della iatrarchia (dalla fine del secolo XVII 
  alla fine del secolo XVIII) che, dopo la guerra-dei-trenta-anni viene in 
  aiuto dei principi disorientati degli statarelli (stati in miniatura) 
  tramite una politica demografica, iniziata e diretta dai medici, che faccia 
  scomparire la malattia ribelle attraverso dei programmi di salute 
  differenziali-selettivi. Si tratta di programmi di igiene rivolti a tutta 
  la forza-lavoro che differenziano mediante il marchio a fuoco della malattia 
  i poveri, vagabondi, pazzi, mendicanti, orfani, storpi a secondo la loro 
  capacità lavorativa. Tutto secondo la massima: "La ricchezza dello Stato si 
  misura secondo il numero contabile della forza-lavoro sana". I capi 
  ideologici di questi provvedimenti erano i medici J. P. Frank, Baldinger, Rau.
  Nella sistematica del concetto di malattia si tratta dei momenti:
  - identità tra malattia e capitale; e
  - identità negativa (differenza) tra malattia e lavoro alienante.
È evidente, ma entra difficilmente in testa, che la salute è il primo ed ultimo pretesto giustificativo di ogni potere di salvezza, al di là e al di sopra di ideologia e cultura, produzione e politica.
Punto di cristallizzazione nel sistema regolativo dei fini (KANT), utilità pura e libertà assoluta nel sistema dello smembramento costituito da denaro e da linguaggio, sistema di una morte piattissimo e freddissima (HEGEL)7, il potere di salvezza (dei guaritori) non ha bisogno né di catalizzatori ideologici né di altro genere per mutarsi dalla latenza del monopolio dell’ omicidio medico nella virulenza dell’annientamento delle masse. Perché per la salute tutti fanno tutto: popolo e servo e vincitore … .
7 Sul rapporto malattia, salute e denaro ("mimetismo"): Nei concetti 
  dell’analisi marxiana della merce, nel capitalismo ogni agire, sentire 
  e volere rappresenta l’equivalente specifico del valore salute. – 
  Rispettivamente inverso: la salute è l’equivalente generale di tutto 
  l’agire, sentire e volere. La malattia, al contrario, è ritenuta (vale) 
  come equivalente di incapacità lavorativa e come reattività (dolore, fatica, 
  debolezza, sforzo, esaurimento, sfinimento). Presupposto e risultato di 
  questa equivalenza è il rapporto medico-paziente. Il primato storico di 
  questa equivalenza "terapeutica", l’equiparazione dell’uomo con la "salute" 
  a cui si dà un significato iatrocratico, forma la matrice di ogni altra 
  equivalenza. Marx localizza la radice storica dello scambio di merci nella 
  "comunità esterna", cioè nel contatto fra due "comunità estranee" 
  (Il Capitale, tomo I, capitolo: Processo di scambio). Tuttavia il momento 
  determinante, catalizzatore, che forma l’equivalenza "terapeutica", esiste 
  già nell’interno della comunità: per scampare all’essere restante si va dal 
  medico (medico stregone, sciamano, sacerdote, …) e si paga la "guarigione" 
  (come guarigione miracolosa, rimedio prodigioso, totem, feticcio, responso 
  dell’oracolo, cura, …) in moneta sonante (regali, tributi sacrificali, moneta 
  recante le effigie delle oblazioni in natura, …). Se Marx scopre nella 
  semplice forma-merci il germe della forma-denaro, i pazienti del Fronte 
  domandano: Come appare questo reperto marxiano dal punto di vista della 
  iatrocrazia/iatrarchia? Risposta: sotto la forma-denaro è sepolto il 
  corpo del paziente, disegnato e designato iatrocraticamente.
Quando giova alla salute, i medici possono graziare a morte i loro prigionieri: come bambini da scotennare (Auschwitz) e come suicidati-omicidati da screditare (tutto quanto: Aktion Gnadentod, cioè azione: morte di grazia).
Quando giova alla salute, stanno pronti a milioni come cavie per sperimenti finché il numero previsto torna, e colui che è preso "per caso" pensa da prima alla sua salute, alla calda vita, alla sua immagine, e chiede: "Perché proprio io?" E pensa nuovamente alla sua salute quando egli conclude tacitamente: "Muori tu oggi, ma io non prima di domani!" Saggezze dal Gulag. Ma quale dissidente orientale e occidentale pratica già dal principio il disprezzo della salute?

Poiché giova alla salute, c’è la nuova campagna dell’eutanasia. Attraverso i mass-media, le tendenze politiche, i gruppi di età e altre classi di popolazione arrivano i sostegni dei pro e dei contro. Ma quale circolo di attività politico-sociale, sia pure di estrema sinistra, non sta solidamente sul terreno della salute? H. Marcuse ha socialprofilatticamente messo al bando e colpito con la scomunica ogni uomo di sinistra che osasse opporsi ad un miglioramento della sanità pubblica. Soltanto i medici che reggono segretamente i fili, ad esempio quelli delle cliniche ammodernate, nelle Società per la Salute Mentale (WFMH, World Federation for Mental Health), nelle Società per la Psichiatria Sociale, vogliono tenersi nell’ombra. Quando essi dicono salute, intendono eutanasia medicinica in massa conforme allo scopo. Perciò con precisione meccanica, come vedremo subito, in loro è escluso ogni errore.

Perché la salute, se si segue la "logica della vita" come ha riflettuto FRANCOIS JAKOB per certi circoli rizomaticamente-molecolarmente rivoluzionari, è il prodotto della macchina calcolatrice delle proteini e dei geni. Questa macchina calcolatrice della salute sa leggere l’alfabeto Morse genetico. E sa contare. Naturalmente solo fino a due. E con ciò ci si deve arrangiare. Perché dove essa sbaglia c’è errore. Sia la malattia un errore dentro l’informatica genetica! Nulla più. Secondo questa macchina fa parte del programma della salute geneticamente ancorato che ogni errore deve desiderare la sua eliminazione, e ogni brontolone della salute di conseguenza la sua estinzione. Ora la salute non rientra più nei valori supremi sui quali l’ottica malata, qui messa per divertimento, con Nietzsche e con suoi epigoni e con tutti gli annessi e connessi fa il suo giro d’orizzonte. Ora la salute è la macchina calcolatrice di ogni morte desiderabile, macchina calcolatrice di tutti i desideri di morte; in breve: macchina del desiderio per eccellenza.

Questo testo fu pubblicato in Italia per la prima volta in CONTROinformazione No. 18 (Giugno 1980), Milano. La prefazione in CONTROinformazione:

Il scritto è una rielaborazione di un nostro testo dell’SPK presentato alla conferenza del "convegno sui dissidenti" del Collettivo Freudiano, oggi Movimento Freudiano Internazionale (MFI), svoltosi a Parigi nel 1978.

Come pazienti del Fronte, data la nostra esperienza, non potevamo accettare né sostenere la dissidenza alla russa che cerca la sua salvezza nel medico ma neppure l’inconscio alla maniera occidentale che trova la sua salvezza nella dissidenza.

Per un dettagliato resoconto del convegno si veda l’articolo pubblicato da L’ESPRESSO, dal titolo "Revolver schizofrenico" (febbraio 1978). Suddetto revolver fu attribuito a noi.

Per questo la nostra relazione al convegno fu messa a tacere, censurata e nemmeno menzionata da L’ESPRESSO. La "schizofrenia" non è un revolver. Ma ovunque dove la scrittura riesce a eternare il morire la "schizofrenia" deve predominare su tutto e su ciascuno.

Nel 1978 il nostro tema non era adatto alla politica editoriale del professore Armando Verdiglione, organizzatore del "Convegno sui dissidenti". Questa la motivazione con cui egli aveva rifiutato di pubblicare l’intervento del Fronte dei Pazienti. Fra poco però il professore Armando Verdiglione farà un intervento sullo stesso tema. Sarà interessante vedere se egli lascerà inedito anche quello suo intervento, secondo la sua politica editoriale.

A Roma è uscito il libro "IL TEMPO IMPERFETTO – Dispositivi critici negli anni della restaurazione (1980-1995)". In questo libro Claudio Mutini (1935-1999), un tempo docente alla Facoltà di Lettere dell’Università "La Sapienza" di Roma, autore di parecchi libri, fondatore ed editore di due riviste politico-culturali a livello scientifico-teorico esigente, e collaboratore di altre riviste, insieme a Giorgio Patrizi, ha sottoposto a una revisione critica le correnti teoriche e politiche nell’Europa occidentale degli anni 80 e 90. Nel capitolo "Rilettura e proposte della teoria radicale", egli inizia la sua analisi con una quotazione presa da un testo dello SPK/PATIENTENFRONT, pubblicato in una rivista italiana del 1980, per spiegare di seguito, rifacendosi a questa citazione, come il cosiddetto "riflusso", la svolta retriva nelle correnti politiche e teoriche nell’Europa occidentale degli anni 80 e 90, deve essere compresa nel contesto dello sviluppo neoliberalistico del Capitalismo di questi anni. Con riferimento a Walter Benjamain, Guy Debord, Adorno, Balthasar Graciàn, Ludwig Feuerbach, Karl Marx e Francio Fukuyama egli, in questo e nei capitoli successivi, accentua il fatto che lo SPK e il FRONTE DEI PAZIENTI sono gli unici a non aver partecipato in questa svolta all’indietro nell’Europa occidentale degli anni 80 e 90, e che essi continuano a essere di importanza decisiva per lo sviluppo della teoria e pratica rivoluzionarie nell’Europa odierna.

P. Hogernig, Dipl.-Soc. e chimico
Redazione finale: Huber
1978

 

Traduttore:

Kurd Ch. Schager, Dipl.-Angl., M.A.soc.ling. , PF/SPK MFE

Redazione finale:

Huber
KRANKHEIT IM RECHT