Dialettica della Sessualità

Dal libro: SPK – Aus der Krankheit eine Waffe machen
(SPK - Fare della malattia un’arma)

22.  Dialettica della sessualità

Nella società capitalistica organizzata la sessualità può essere determinata solamente in modo formalmente astratto; ciò significa che la sessualità non può essere intesa come una cosa data per scontata ma che deve essere concepita come qualcosa che bisogna creare e costruire ex-nuovo come realtà (nicht als etwas Vorhandenes verstanden, sondern als etwas zu Verwirklichendes begreifen).

Il contributo scientifico fondamentale di Sigimondo Freud consiste nella scoperta che le significazioni di tutte le esperienze vissute nella nostra vita (Erlebnissignifikanzen) si traducono nella materialità del corpo (somatizzazione, disturbi psicogeni delle funzioni organiche, ecc.); le forme appariscenti sotto le quali si presenta questo corpo, e che testimoniano la sua distruzione, sono i sintomi classificati (dagli psichiatri) come la psicosi, la neurosi e la schizofrenia. La sua appartenenza alla classe borghese ha impedito a Freud di portare a termine questo fruttuoso approccio teorico*. La psicoanalisi tratta i sintomi solamente sul piano delle immaginazioni (Vorstellungsebene), mentre la sessualità come manifestazione vitale necessaria, come liberazione di energia vitale, viene largamente trascurata e resta irrisolta.

* La strada sbagliata percorsa da Freud nel suo pensiero, se ridotto a una formula semplice, consiste nel fatto che egli, per risolvere un problema che gli si pone sin da principio in termini materialistici, trova soltanto una soluzione idealistica. Rimanendo attaccato infine all’ideologia borghese, malgrado tutta la critica svolta dalla psicoanalisi all’ordine sociale borghese, tutto il suo pensiero vacilla tra il materialismo meccanico da un lato e l’idealismo metafisico dall’altro; inoltre, l’ipostasi (esagerazione) dell’ordine sociale borghese al "principio di realtà" per eccellenza impedisce lo svolgimento della dimensione storica. Questi sono i presupposti e le condizioni epistemologici del pessimismo di Freud a cui si accenna ripetutamente nella letteratura pertinente sull’argomento.

Era stato Wilhelm Reich a tentare di capovolgere la teoria di Freud mettendola su basi materialistiche*. Indagando sui disturbi delle funzioni sessuali come causa dei disturbi "psichici" egli riesce a sviluppare in modo embrionale storicamente e dialetticamente la contraddizione tra la sessualità come funzione vitale e la sua parcellazione (Brechung) ad opera della forza di natura e della violenza della società**.

*L’espulsione di W. Reich dal Partito Comunista e il suo isolamento dal movimento socialista hanno avuto come conseguenza il fatto che egli non poteva portare a termine il suo approccio a una teoria dialettico-materialista della sessualità. Questo spiega la sua ricaduta in un materialismo meccanicistico, come si manifesta nella teoria orgonica che Reich sviluppò durante gli ultimi anni della sua vita. Da parte dei partiti comunisti, il rifiuto di concepire la miseria sessuale non soltanto come un fatto politico astratto ha favorito la genesi di quel puritanismo nelle organizzazioni del partito che è alla base del dottrinarismo e della burocrazia che, dopo lo scioglimento forzato del movimento anti-autoritario, si manifestano un’altra volta oggi nei gruppi di sinistra che si presentano con la pretesa di rifondare il partito comunista.

**Nelle società primitive (primordiali) l’organizzazione dell’associazione sociale è determinata dall’esigenza della difesa contro le forze di natura. In questo contesto, l’opera di Reich, "L’irruzione della morale sessuale", che si basa sulla ricerca di Malinowski, è di grande rilevanza epistemologica:

  1. Essa mostra le connessioni tra le forze di natura e la violenza all’interno dell’associazione sociale. Dove la natura dell’uomo non si oppone in modo ostile (alle prime) - come nel caso dei Trobriand, che è un’eccezione – non si generano delle costrizioni sociali immediate all’interno dell’associazione sociale.

  2. Lo sviluppo economico autonomo (passaggio all’agricoltura) risulta nella generazione della proprietà privata e con ciò nella monogamia legata alla proprietà e le sue conseguenze restrittive della pulsione. A questo punto è di fondamentale importanza tenere a mente che il passaggio a uno stadio diverso ed economicamente più sviluppato sta ovviamente nella stessa determinazione dello "stato paradisiaco primordiale" senza che – come nel caso dei Trobriand - gli impulsi provenienti dall’esterno, come p.e. lo scambio di merci con un tribù di uno sviluppo maggiore, avessero per conseguenza un cambio qualitativo delle strutture sociali.

  3. Il lavoro di Reich dimostra come la generazione della soppressione delle pulsioni è la conseguenza della formazione della proprietà privata e, simultaneamente, la premessa della conservazione e accumulazione di questa. Lo scritto di Reich, "L’irruzione della morale sessuale", è una delle più conseguenti confutazioni di quelle teorie che stilizzano (in modo pseudo-filosofico) la cosiddetta malattia mentale come condizione fondamentale dell’essere esistenziale (Grundbefindlichkeit) o come determinazione ereditaria (scienze della natura). Le sintomologie classificate come malattie mentali non sono categorie antropologiche ma momenti dell’antropologia – concepita come totalità dell’esperienza della specie umana, la quale deve essere determinata, dal punto di vista marxista, come alienazione e superamento dell’alienazione.

Nella conseguenza di questo approccio Reichiano e della sua elaborazione storico-materialista, nello SPK la malattia fu concepita come contraddizione all’interno della vita, come vita che contraddice se stessa, dunque come vita frantumata in sé (in sich gebrochenes Leben). Alla distruzione tendenziale di ogni vita ad opera della forza di natura esponenziale del Capitale corrisponde, a livello del singolo individuo, la trasformazione della sessualità in angoscia e auto-distruzione inerente a questa angoscia.

Nelle sue forme di apparenza storiche la sessualità può essere determinata concretamente sempre soltanto in funzione delle rispettive condizioni socio-economiche e culturali. I fabbisogni che risultano della dipendenza dell’uomo dalla riproduzione delle sue condizioni di vita, le quali, nel passato, ha dovuto strappare sempre di nuovo alle forze di natura da cui fu costantemente minacciato, e per la cui realizzazione, oggi, egli deve pagare con la sua sottomissione forzata all’ordine sociale capitalista dominante, questi fabbisogni dunque non soltanto si oppongono alla sessualità, ma piuttosto bisogna tener presente che è del tutto impossibile separare la sessualità dall’insieme funzionale delle condizioni di vita economiche e culturali che ogni giorno devono essere riprodotte. Chi parla di sessualità, chi intende veramente ciò che dice quando parla di sessualità, può farsi comprendere solo a condizione che egli sappia, per lo meno, che si muove inevitabilmente all’interno del sistema categoriale dell’economia e della sua amministrazione. Tutto ciò che intende oltre alle parole dette – si pensa p.e. ai contenuti affettivi delle proprie esperienze sessuali - trattandosi di sentimenti diventati coscienti, in realtà non può comunicare se non in forma generica e astratta, per cui però non soltanto non sarà in grado di percepire dei sentimenti specifici ma neppure potrà imparare (sapere) da altri se p.e. le esperienze di cui riteneva che fossero delle esperienze sessuali, in realtà non fossero altro che i residui dell’insieme funzionale risentito e che non hanno niente o quasi niente a che fare con la sessualità. In ogni modo, i casi estremi della ninfomania o della satiriasi (le cosiddette forme di ipersessualità maschile e femminile) dimostrano come qualcosa che apparentemente fa impressione come un’attività eccessiva, in realtà non è nient’altro che una repulsione sessuale potenziata, in cui l’ "atto sessuale" sembra essere l’unico mezzo per disattivare il piacere – l’angoscia di base (Reich). Se fosse possibile estrarre e isolare il comportamento sessuale riscontrato qui dalle sue componenti economiche e culturali, ciò che risulterebbe non sarebbe affatto sessualità, ma semplicemente l’angoscia e nient’altro determinando questo comportamento sessuale.

Nel tentativo di ricostruire le forme originali della sessualità bisogna riferirsi a delle comunità di vita talmente lontane e divergenti dal nostro orizzonte culturale che è facile e redditizio dal punto di vista della letteratura scientifica stilizzare tali comunità al paradiso perduto della libertà sessuale. La promiscuità generale nelle orde primitive, che non tiene conto di alcuna restrizione come p.e. quella del divieto dell’incesto o della differenza di età dei partner, come funzione del mantenimento costante di condizioni di vita ottimali per questa comunità, non è nient’affatto sessualità liberata. Piuttosto è il risultato degli impulsi sollecitati da minacce esterne che inducono gli appartenenti alla comunità a darsi la più grande coerenza possibile e a delimitarsi di fronte agli attacchi delle altre orde primitive e il loro assalto alle condizioni materiali di sopravvivenza che devono essere assicurate.

Reich ha descritto come la sessualità, nel passare da forme di società di comunismo primitivo a forme di società patriarcali, sia soggetta a delle trasformazioni che procedono a salti (vedasi in L’Irruzione della morale sessuale). Alla tendenza di conservazione e di rafforzamento dei rapporti di proprietà corrisponde una regolamentazione della sessualità, la soppressione del principio genitale soprattutto in favore delle soddisfazione orali e anali. Ciò si manifesta, tra l’altro, nel cambio delle abitudini come, per esempio, nell’obbligo di prendere i pasti in comune. A causa delle costrizioni convenzionali (Koalitionszwaenge) di questo tipo, l’autonomia e la spontaneità del singolo individuo vengono sempre di più costrette a passare in secondo piano. Tendenze centralistiche emergono sotto forma di attribuzioni di ruoli fissi e della sottomissione dell’individuo singolo agli automatismi di obbedienza prestabiliti per scontrarsi infine violentemente sotto forma di una delimitazione di queste associazioni di famiglie quasi totalmente desessualizzate, la quale si manifesta in un crescendo di ostilità fino a scoppiare in atti di violenza. Il comportamento del singolo individuo è così determinato da tendenze sado-masochistiche, stadi di angoscia nevrotica, processi di identificazione con l’autorità e tendenze di perseverazione e inflessibilità (fuehrungsspezifische Identifikationsprozesse und Preservationstendenzen, auch "Klebrigkeit"). Questo comportamento è stato concepito da Reich come sessualizzazione di impulsi istintuali non-genitali (Sexualisierung nicht genitaler Triebregungen), i quali a loro volta causano l’impedimento delle eccitazioni genitali già nei primi stadi dello sviluppo infantile in favore di tendenze di consunzione orale (orale Aufbrauchtendenzen) e di perseveranza e ritenzione anale (anale Perseveration, auch Einbehaltung = Zurueckhaltung).

In queste circostanze, quindi, non si può più considerare il comportamento sessuale come una componente autonoma del comportamento umano. Piuttosto rappresenta una specie di stucco o cemento per accomodare i rapporti di interscambio tra l’uomo e la natura e tra l’uomo e l’uomo. Il comportamento sessuale è interamente comandato dalle esigenze economiche. Laddove i partner credono di aver fatto la loro scelta secondo il loro libero apprezzamento e in base ad attrazioni primarie e secondarie specifiche di ogni sesso, bisogna sempre considerare, sotto un aspetto oggettivo, che questa scelta è pre-determinata dall’educazione e dall’ambiente, dalle relative abitudini, le quali derivano da interessi economici. Le caratteristiche specifiche di sesso, dalla costituzione biologica alla struttura delle percezioni individuali, sono sempre determinate dalla sessualizzazione delle pulsioni parziali la cui messa in azione risulta dalla concorrenza tra tendenze economiche e le pulsioni genitali represse.

Da quanto è stato esposto fino a questo punto risulta con evidenza che i rapporti di produzione si traducono (riflettono) nella loro totalità nell’organizzazione del soma (corpo) e nella cosiddetta psiche che non è altro che un prodotto artificiale (Kunstprodukt). Di conseguenza, ogni tentativo di affrontare (superare) la miseria sessuale che prescinde dalla totalità dei rapporti di produzione dominanti da un lato, e dalla loro abolizione (soppressione) necessaria dall’altro, è condannato al fallimento. Nello SPK si partiva per principio dalla considerazione che tutto quanto appare come bisogno sessuale immediato deve essere compreso come bisogno prodotto dal Capitale, e che come tale deve essere trattato. Nello stesso modo degli atteggiamenti tipo: "Prima di dedicarsi al lavoro politico bisogna superare le difficoltà sessuali", oppure viceversa, e cioè che solamente dopo l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione sarebbe possibile raggiungere l’emancipazione sessuale, dovevano essere sostituiti, in quanto rappresentarono delle negazioni astratte, con la creazione di possibilità concrete (reali), tenendo conto delle condizioni immediate di vita dei singoli individui, come negazione determinata.

La parcellazione totale dell’energia sessuale in pulsioni parziali (voyeurismo, feticismo di oggetti (Objektfetischismus), perversione, ecc.), causata dai rapporti di produzione capitalista, è la semplice negazione della sessualità. Le pulsioni parziali sono la realizzazione materiale del ruolo dominante del valore di scambio in ogni individuo. A causa della sottomissione totale della vita al valore di scambio tutte le relazioni "inter-umane" sono determinate come relazioni di scambio tra oggetti (= scambio di neuroticismi). La trasformazione delle relazioni tra oggetti (Objekt-Objekt Beziehungen) in relazioni tra soggetti (Subjekt-Subjekt Beziehungen) è compito e problema di cui la soluzione è possibile soltanto attraverso una prassi politica capace di abolire tutti i valori di scambio – LOTTA DI CLASSE!*

* In "I Dannati della Terra" Frantz Fanon, riferendosi alla lotta di liberazione del popolo algerino, ha descritto come nel corso della rivoluzione negli ex-colonizzati non sono scomparsi soltanto i sintomi inequivocabilmente psichiatrici ma anche le somatizzazioni fino a quel momento ritenute impossibile di ogni risoluzione come i molesti ai dischi vertebrali, gli ulceri cronici dello stomaco e degli intestini, le tensioni muscolari ecc..

Il processo di emancipazione sessuale può – schematicamente – rappresentarsi quanto segue:

  1. Bisogna partire dalla negazione della sessualità come funzione vitale e dal dominio delle pulsioni parziali (feticismo della merce). Gli oggetti sessualizzati dalle pulsioni parziali ispirano nello stesso tempo anche paura. Da ciò consegue la necessità di liberare le pulsioni parziali dai loro paurosi contenuti di rappresentazione immaginaria (beaengstigende Vorstellungsinhalte). In questo primo stadio bisogna sostenere ogni forma che assume l’attività sessuale (un esempio: non è dannoso l’onanismo per sé, ma soltanto i contenuti di rappresentazione immaginaria auto-distruttivi masochisti e sadici da cui può essere accompagnato).
  2. Negazione delle pulsioni parziali subordinandole alla funzione genitale. Il passaggio da 1) a 2) presuppone nei partner sessuali che essi siano disposti a cooperare l’uno con l’altro. Una volta sparite le angosce e le inibizioni, può darsi che si verificano in modo passeggero degli atteggiamenti di promiscuità sessuale, i quali scompaiono però non appena si riconoscono la necessità della cooperazione.
  3. Integrazione della sessualità a tutt’ora ancora dissociata nell’essere-soggetto (Subjektsein) che deve essere determinato come identità politica. Bisogna rendersi conto però che persino ancora nel caso si riesca a organizzare rudimentalmente la sessualità in modo genitale e a eliminare ampiamente le pulsioni parziali che inibiscono la produttività politica, questa prassi sessuale rimane dissociata e particolareggiata fino a quando i contesti di vita alienata a cui i singoli individui sono soggetti (lavoro, famiglia, scuola, università nella loro forma di organizzazione capitalista) continuano a esistere. Ma l’esperienza della possibilità di felicità sessuale mobilita giustamente quelle energie che devono essere impiegate per creare le condizioni della sua realizzazione concreta.

La questione se esista una soluzione alla miseria sessuale non è una questione teorica, ma è una questione pratica.*

*Per meglio comprendere I concetti "pulsioni parziali", "genialità", ecc. rimandiamo ai seguenti testi di Wilhelm Reich: "L’irruzione della morale sessuale", "La rivoluzione sessuale°, "La funzione dell’orgasmo", "Psicologia di massa del fascismo".

Nel contesto di questo libro non è possibile sviluppare una coerente teoria materialista della sessualità. Per quanto riguarda la prassi consideriamo importante richiamare l’attenzione sul fatto che abbiamo inizialmente ricondotto e successivamente sostituito coscientemente tutti i concetti psicoanalitici, che tuttavia esistono ancora nei lavori progressisti di Reich, con delle categorie dialettico-materialiste.

 

Traduttore:

Kurd Ch. Schager, Dipl.-Angl., M.A.soc.ling. , PF/SPK MFE

Redazione finale:

Huber
KRANKHEIT IM RECHT