Nostra teoria della rivoluzione (abbozzo)
A pro della malattia è il principio, la guerra contro i medici il punto strategico principale; senza questa guerra non sarà mai possibile di porre fine all’oppressione e di dare inizio alla liberazione in qualsiasi movimento di liberazione, non ci sarà mai utopatia, cioè specie dei uomini, mai. Quindi, il tutto è d’ un pezzo, cioè principio, metodo e obbiettivo. Noi lo chiamiamo diapatica [Diapathik], perché è una dialettica materialista, per la prima volta una dialettica materialista; materialista in quanto è un pre-dato nella sostanza della dinamica della malattia (malattia: sostanza, materia), la specie dei uomini che bisogna costruire è il campo di tensione energetico ad essa pertinente, la forza di malattia è l’agens che si realizza in ciò, riconoscibile ai suoi influssi ed effetti immediati, creando neo-realtà e faccendo saltare la realtà esistente. Questa è la nostra teoria della rivoluzione. E la prassi, la patopratica?: Tutti quanti, e malgrado tutte le nostre diversità, siamo da tanto strettamente ed intimamente uniti l’uno con l’altro, intimamente uniti almeno quanto è la malattia con ogni singolo di noi. Questi è la forza unificatrice più forte. Chi cerca di raggiungere la separazione lo sperimenterà.
La rivoluzione o è
forza di malattia
o non era stata né forza di
malattia né rivoluzione
Tre scritti di fondamentale importanza:
LA IATROCRAZIA SU SCALA MONDIALE
POTERE, IATRARCHIA / MALATTIA, VIOLENZA
FRONTE DEI PAZIENTI / COLLETTIVO
SOCIALISTA DEI PAZIENTI, PF/SPK(H), 1998