La SALUTE* è contro tutti e contro ognuno, salvo la classe dominante,
la classe medica stessa, cioè la classe degli Iacker

Non esiste qualcosa come la "salute".

La "salute" è soltanto un cervellotico biologistico-nazista.

Estratto da una denuncia penale.

* Sono molti che vogliono ri-leggere i nostri argomenti sul tema della salute sul nostro giornale elettronico.

Per quanto alla questione se i passaporti iatrometrici fossero utili e a prova di falsificazioni, noi, in anticipo, possiamo solo constatare quanto segue: l’unica evidenza irrefutabile che avremmo da offrire come unica prova sicura sarà il primo che, insieme a uno dei serial killer di pazienti governanti, uscirai senza alcuna obiezione dal crematorio della classe dominante dei medici.

 

Al Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale Provinciale di ….
Via ………..
Città ………..

Mannheim, il ……….

Con la presente si sporge

Denuncia penale

per intentare un

processo penale (richiesta della pena)

contro

  1. Sig.ra Dr. Dorothee Gremliza, editrice e direttrice amministrativa della casa editrice "KLV Konkret Literatur Verlags GmbH" (indirizzo: …), e

  2. Sig. Jens Mecklenburg, editore, da citare in giudizio all’indirizzo dell’accusata di cui sopra

per tutte le ragioni giuridiche, in particolare per aver commesso i reati di maldicenza, diffamazione e calunnia, costruzione di falsi sospetti, istigazione della gente contro una parte del popolo ed istupidimento del popolo, reati punibili ai sensi degli articoli 186, 187, 130, 164 II del Codice Penale della RFT.

I.

(...) Gli accusati agivano contrariamente al proprio sapere migliore asserendo nel loro stampato contrariamente alla verità e in modo incitatore e istupidante ai danni del popolo che l’obbiettivo del SPK consisterebbe nel "restituire la "salute" alla gente".

Che "la salute è un cervellotico biologico-nazista …", lo SPK lo afferma espressamente sin dai suoi primi inizi, e fino a oggi esso continua ad attenersi a questa affermazione – compare anche il libro: SPK. Fare della malattia un’arma (KRRIM – Editore del Fronte di Pazienti in favore della malattia) - , ed è proprio questa pubblicazione del SPK, il cui titolo: SPK – Fare della MALATTIA un’arma dichiara nello stesso tempo il suo programma, che viene citata dagli accusati nella lista delle pubblicazioni da loro consultate come fonte sul SPK. Gli accusati conoscevano quindi, sulla base delle fonti sul SPK da loro consultate e citate, che agivano contrariamente al proprio sapere migliore.

L’asserzione falsa degli accusati, inequivocabilmente fatta con intenzioni diaboliche e ostili ai pazienti, è quindi un attacco contro una delle determinazioni centrali e contro uno dei principali contenuti del SPK, e precisamente contro il suo rifiuto incondizionato e senza compromessi della "salute", perché la "salute" è in effetti una parola di guerra politico-SANITAria [HEILspolitischer Kampfbegriff] che, in tutti i tempi, ha servito sempre come pretesto per l’uccisione di pazienti.

È stato proprio questo rifiuto della "salute" che fu registrato dal Tribunale Speciale di Karlsruhe nel 1972 – e quindi conformemente ai principi della cosiddetta oggettività di tribunale! – come contenuto centrale del SPK. In ciò il Tribunale Speciale si era riferito letteralmente al primo PATIENTEN-INFO (foglio d’informazione) del SPK: "Sotterriamo una volta per tutte le nostre speranze sciocche di "salute"! …" [(PATIENTEN-INFO No. 1, pubblicato in Documentation zum Sozialistischen Patientenkollektiv Teil 1 (I Documenti del SPK, Parte Primo), compare anche il libro in lingua inglese: SPK – Krankheit im Recht [SPK – Malattia al Diritto (nel doppio senso dell’introduzione della malattia al diritto e della malattia creando diritto vigente; KRANKHEIT IM RECHT = nome del luogo pùbblico nel Fronte di Pazienti)], KRRIM - Editore del Fronte di Pazienti in favore della malattia].

Pertanto, anche dal punto di vista del tribunale, punto di vista che si suppone essere oggettivo – e nel contesto presente si tratta di una questione giuridica -, il rifiuto della "salute" e l’approvazione della malattia quale fattispecie che deve essere attivata in modo rivoluzionario è un punto focale ed essenziale delle asserzioni che risultano della teoria e pratica del SPK. Questo dato di fatto è stato ben conosciuto dagli accusati quando intenzionalmente sostenevano l’asserzione falsa che lo SPK si sarebbe posto il compito di "restituire la "salute" alla gente".

Nemmeno ai medici salta in mente affermare che esista ma anche soltanto una sola "persona sana". Chi crede di essere "sano" sbaglia. Chi finge di sentirsi "sano", come il dottor Feelgood (Dr. Mi-sento-bene), negli altri converte peggioramento in disperazione e li spinge al suicidio. In ogni caso, egli tra vantaggio dalla follia mentre è carente di ogni spiegazione, al riguardo. Chi per esempio va di sua iniziativa dallo psichiatra per farsi attestare la sua "salute mentale", si è condannato da sé dal punto di vista medico-psichiatrico: solo la gente ammalata vuole farsi attestare la propria "salute". Il medico, e sia persino ancora l’ortopedico, qualcosa trova sempre, e grazie alle tecniche diagnostiche moderne trova sempre di più. Tanto più se si segue ai genetisti: secondo loro tutti quanti sono ammalati senza eccezione alcuna, perché afflitti da "difetti" genetici, e non vi è alcuna "salute" a perdita d’occhio. Ai medici ciò viene a proposito. Perché, com’è noto, si cerca sempre proprio ciò di cui si è sprovvisto. In questo modo la "salute" serve ai medici come "principio di speranza", per guardare che i pazienti filino diritto, e ancora per chiedere sempre di nuovo dei miliardi di soldi per la cosiddetta ricerca a scopo di commutare continuamente la malattia in capitale. Non a caso il cosiddetto complesso medico-industriale è diventato nel frattempo "the world’s biggest business" (The Economist).

Della speranza illusoria di "salute" solamente i medici e i loro collaboratori traggono profitto. I pazienti ne muoiono e periscono. La supposizione falsa con cui viene attribuito a un collettivo socialista di pazienti che esso avesse propagato il feticcio medico di "restituire la "salute" alla gente" è una diffamazione calunniosa, istigazione della gente contro una parte del popolo e istupidimento del popolo, e quindi punibile ai sensi di legge.

Gli accusati stanno pubblicando, tra l’altro, anche dei libri sui Nazisti. Conoscono quindi che la loro asserzione circa "la restituzione della salute", che hanno attribuito al SPK, è altamente gravato sia storicamente che politicamente. E’ un fatto storico, reso pubblico per la prima volta dal SPK già nel 1970/71 e nel frattempo diventato parte della sapere generale, che lo sterminio in massa di pazienti durante il cosiddetto Terzo Reich - almeno 275.000 pazienti assassinati – era stato eseguito da medici in nome della "salute". La strage di pazienti non era affare dei Nazisti, bensì era stata il fare dei medici, i quali avevano trovato le condizioni adatte nella Germania nazista per mettere in pratica lo sterminio di pazienti che era già stato programmato e preparato ideologicamente sin dal 19esimo secolo, e precisamente nel nome della "salute". Con il concetto propagandistico "salute" era stato preparato il terreno per lo progettato sterminio di pazienti. E anche gli Ebrei erano stati combattuti e uccisi come pazienti, per esempio, come "ulcera cancerogena nel corpo della nazione" (Volkskörper). Dall’altra parte, non furono perseguitati gli Ebrei in cui si riscontrarono del "sangue buono e sano". Così delle donne ebree (!), per esempio, furono fecondate da uomini della SS nelle cosiddette cliniche Lebensborn ("Fonte di vita"), per procreare dei discendenti buoni e "sani". Quindi, solamente ciò che i medici avevano definito come "sano" costituiva il criterio di selezione per quelli a cui si permetteva di continuare a vivere oppure per quelli che dovevano morire.

Hitler era stato soltanto l’esecutore e l’aiutante del boia supremo di questa ideologia, la quale, come ideologia terapeutica nella sua furia devastatrice contro tutta "la vita senza valore" (lebensunwertes Leben), era conosciuta a tutto il mondo e non soltanto ai tedeschi molto prima ancora dell’era nazista. Anche dei cosiddetti partiti di sinistra, presenti nella dieta regionale e nella dieta dell’impero della Prussia (negli anni 70 del 19esimo secolo) ma anche nel Reichstag della Repubblica di Weimar, avevano presentato delle proposte di legge a ciò relative molto prima del 1933. E non era soltanto in Germania, ma anche nei paesi della Scandinavia, in Francia, nella Svizzera e chi sa dove ancora che i pazienti furono assassinati nei sanatori. L’ideologia di "salute" internazionale dei medici aveva preparato il terreno per la strage di centinaia di migliaia di pazienti già molto prima. La classe medica, nel suo insieme, fece pubblicamente dei calcoli sul costo che "la comunità nazionale" dovesse sostenere per mantenere in vita dei pazienti e dipingeva in colori stridenti la minaccia che i pazienti rappresenterebbero per la "salute del popolo" (Volksgesundheit) secondo la divisa: "in primo luogo essi sono costosi, e in secondo luogo essi sono mostruosi" (Denn erstens sind sie teuer, und zweitens Ungeheuer). Al grido propagandistico di battaglia: "Salute" ("Sieg HEIL!") conseguiva l’assassinio come terapia.

Le parallele con i tempi nostri non possono essere ignorate. Esse si incontrano, del resto, persino nel programma di partito dei Verdi di oggidì. Anche oggi viene esercitata da parte dei medici una propaganda politica-sanitaria e salubre permanente ed estremamente aggressiva. Si diffondono di nuovo dei calcoli in cui i pazienti raffigurano soprattutto come "fattore di costo" che andrebbe "ridotto" perché altrimenti l’economia nazionale crollerebbe sotto il peso del costo della malattia. Mediante dei calcoli dei costi/benefici la vita del singolo viene afferrata statisticamente per essere pareggiata, valutata e svalutata. Da numeri diventano numeri e resti: "vita senza valore", oggidì come allora. Mettere gli aspetti della redditività nel caso di malattia sul primo piano, significa, in fin dei conti, praticare l’eutanasia coatta (EutaNAZIA). Oggi tocca a quello, domani a un altro. Così nessuno ne fa caso. Affinché tornino i conti, si decidono chi può vivere e chi deve morire. Però, chi ignora in ciò la classe dominante, la classe medica = la classe degli Iacker, il Suo medico di famiglia incluso, ha fatto i conti senza l’oste. E’ il medico che decide, che seleziona, come Signore Padrone della vita e della morte, sia a Auschwitz sulla rampa di caricamento, sia ovunque dove l’unica cosa di cui se ne preoccupano sono dei "numeri sani" e dei malati "restanti".

Fatto sta che la "salute" non esiste e che non può esistere, e men’ che meno sotto condizioni sociali, o meglio condizioni socio-genetiche che generano malattia. Nessun medico può guarire. Ogni ammalato è un’accusa e un segno dell’impotenza medica. Anche per questo i medici salutarono Hitler con giubilo: finalmente potevano "restituire efficacemente la salute ai pazienti", cioè uccidendoli. Perché chi non sa curare, deve almeno imparare a uccidere. Per il medico "restituire la salute" (questa la formulazione degli accusati) uguale a uccidere, e non importa sotto quale pretesto ciò viene praticato. "Restituire la salute" è far morire, la "salute" è la carta bianca per l’uccisione. E’ sufficiente essere medico. Ciò è a conoscenza tanto degli storici della Roma antica (Plinio Secondo: "il medico è l’unico a poter uccidere impunitamente") quanto dei guerriglieri dell’America Latina (Dr.med. Che Guevara rivolgendosi al suo padre (architetto): "Ripensaci i tuoi rimproveri contro di me: appendi una targhetta con il titolo del dottore medico sulla facciata della tua casa e da quel momento potrai ammazzare chi vuoi. Non ti accadrà nulla. Perché il tuo prenome è uguale al mio: Ernesto"). E in una causa di omicidio, che poco fa dalla Corte Suprema della RFT è stata rimandata all’istanza inferiore, un’infermiera è stata condannata per il solo motivo che aveva ucciso una paziente senza essere medico: La Corte sosteneva che, mentre al medico è permesso (sic!) di accorciare la vita (!!), un’infermiera è passabile di pena se proceda a tale prassi. "L’imputata si è arrogata dei privilegi che sono riservati al medico" (Tribunale provinciale di Norimberga). Se poi si prendano pure in considerazione la "compassione" del contravventore con la paziente uccisa quale circostanza attenuante della pena, così come la presunzione che il dover morire sarebbe stato per la paziente una grazia a lei data, questa propaganda EutaNAZIstica non è più soltanto un eco che risuona da tempi molto remoti, ma la canzone della morte che si canta qui e oggidì.

Dello stesso assunto si tratta anche nella seguente relazione: Chi ha compiuto il sessantesimo anno di vita riceve la visita del suo medico di famiglia che gli consiglia di morire nel futuro prossimo. Tutto sommato, il paziente conterebbe già 60 anni, inoltre non sarebbe del tutto "sano", si preoccuperebbe di taluni tormenti [Beschwerden] e talari dolori e pertanto egli peserebbe sulla comunità sociale causandone dei costi che si potrebbero evitare se morisse al più presto possibile. Ciò non si applica soltanto ai Paesi Bassi, ai quali la relazione di cui sopra si riferisce, e dove, nel frattempo, su sollecitazione dei medici è permesso per legge uccidere in quanto si è medico, e i minorenni, senza chiedere l’approvazione dei genitori, possono dare il proprio "consenso" all’eutanasia proposta dai medici, consenso che ha efficacia giuridica. Nel caso si vive in un ospizio per anziani, in un ospedale psichiatrico, o in un’altra istituzione, e non importa se avviene nei Paesi Bassi o altrove, la cosa è ancora più facile per i medici. Aggiungendo del veleno ai pasti quotidiani, i medici riescono arrivare più presto al loro obiettivo di uccisione. In conseguenza di questo assassinio sistematico l’aspettativa di vita degli anziani che vivono in ospizi o altre istituzioni simili, nel frattempo, può essere "misurata in ore" (Medical Economics, 7.3.1988). Anche da queste parti l’eutanasia, meglio l’EutaNAZIa, è da molto tempo una prassi medica di routine, anche se ciò non sempre viene ammesso apertamente ed espressamente come nei Paesi Bassi. In tutti i casi spetta al medico decidere per il "trattamento terapeutico" e consista questo pure nell’uccisione. Il potere assoluto del medico, che governa anche le basi economiche del sistema e che oggidì si usa spesso chiamare "etica" oppure "eco-etica" (e quindi ogni economia esistente nel reale, tanto più quella capitalistica), consiste oggi nel fatto che non è limitato da nessuna conoscenza in assoluto, tanto meno da conoscenze mediche, dato che il progresso medico di ricerca nei fondamenti della verità consiste in ciò che esso procede, per essere esatto, a intervalli di tre anni, da errore su errore (rivista XY, No 14, 5.4.99); e, cosa che si deve aggiungere, passando di sopra a dei cadaveri in ogni caso.

In caso, al Signor Procuratore della Repubblica – che può essere anche una Signora Procuratore della Repubblica – per ragione della sua formazione professionale o del suo officio viene a mancare la facoltà di immaginazione, si espongono ancora i seguenti particolari sulla virulenza totalitaria e dittatoriale dell’ideologia medica della "salute", qui, nel campo della giustizia: Far dichiarare pazza una madre e procedere al suo internamento coatto in un ospedale psichiatrico quando desidera portare a compimento la sua gravidanza e tenere suo malgrado un bambino possibilmente malato? Richiedere il consenso all’aborto da un assistente sociale o alla persona a cui è stata affidata la tutela della madre dichiarata insana? Far dichiarare pazzo un paziente che rifiuta le misure diagnostiche e terapeutiche "raccomandate" o meglio comandate dai medici con l’aiuto di uno psichiatra, sostituire il suo non-consenso con il consenso di un suo custode tutelare, oppure procedere, ad esecuzione compiuta della terapia coatta, immediatamente al suo internamento coatto perché sarebbe "un pericolo a se stesso" dopo aver fatto la esecuzione della terapia coatta? Oppure procedere all’interdizione di un paziente per "essere un pericolo agli altri" quando rifiuta la rimozione dei suoi organi che, per essere idonei al trapianto, possono essere conservati solo artificialmente con delle macchine, perché altre persone sulla "lista d’attesa" potrebbero morire senza il trapianto, prima o poi? Questa lista potrebbe essere continuata a volontà.

In tutti i casi esemplari riferiti di sopra si tratta esattamente della medesima "restituzione della salute" che gli accusati, contrariamente al proprio miglior giudizio, hanno attribuito al SPK in modo incitatore e istupidante ai danni del popolo, come se l’obbiettivo del SPK consisterebbe in tale insinuazione.

Nel Collettivo Socialista di PAZIENTI ci si trattava e si tratta della liberazione della malattia, della lotta contro la terapia e l’annientamento medico (compare: Collettivo di guerra della malattia, Krankheitskriegskollektiv). Insinuare che il Collettivo Socialista di PAZIENTI avesse propagato il feticcio medico della "salute" è comparabile all’asserzione che lo stato di Israel fosse stato una fondazione e la patria delle SS e che Heinrich Himmler fosse il suo primo cittadino d’onore.

L’asserzione de "la menzogna di Auschwitz" è un delitto e come tale è soggetta a persecuzione penale. Nelle motivazioni delle sentenze dei tribunali, da parte della giustizia viene fatto notare che al dileggio delle vittime si debba rispondere con delle sanzioni penali. Un dileggio che consiste nell’asserire che non vi fossero state delle vittime oppure che non vi fossero stati assassinati Ebrei. In questo modo, milioni di assassinati vanno in fumo, essi semplicemente non esistono, non hanno mai esistito. Così gli assassinati vengono assassinati un’altra volta, e vengono sterminati definitivamente. Questa volta per mezzo della lingua, attraverso la parola. Questo il tenore della giustizia e dei media in ogni caso.

Esattamente nello stesso modo in cui con l’asserzione de "la menzogna di Auschwitz" la strage di Auschwitz viene eliminato per mezzo della lingua, gli accusati, sig.ra dottoressa Gremliza e sig. Mecklenburg, hanno eliminato i pazienti e la malattia attraverso il linguaggio usato nel loro stampato. L’editore che, secondo il testo stampato sul risvolto della sopraccoperta di questo stampato, rivendica di conoscere bene il Nazismo (in maniera critica, fino a quando in questo modo si possono fare gli affari migliori, s’intende), pare che abbia imparato abbastanza per quanto riguarda l’eliminazione per mezzo della lingua. Sta eliminando la malattia insieme ai pazienti già sopra la carta. Tenta di seppellire il Collettivo Socialista di Pazienti sotto le immondizie del linguaggio medico ("sano", "salubre", "gruppo di auto-aiuto"), e per quanto alla parola paziente (e quindi agli stessi pazienti), a questa parola malfamata e maledetta con il suo stridulo ‘brillio‘ ebraico non è permessa apparire neanche sulla carta. E ciò in relazione al Collettivo Socialista di PAZIENTI ! Questa uccisione, conseguita  con l'eliminazione della malattia e dei pazienti in quanto si omettono di menzionarli, una morte dichiarata, una morte non solo nel linguaggio [Totschweigen], e non solo nel senso metaforico [Totschweigen], è chiaramente motivata da scopi politico-SALUBRI [HEILspolitisch]. In ciò i limiti della libera manifestazione della propria opinione sono stati trasgrediti per molto; si tratta inequivocabilmente di asserzioni di fatti falsi.

Sotto l'aspetto dell' aggravamento della pena bisogna prendere in cosiderazione quanto segue: le asserzioni falsi vengono disseminate dall’editore sotto il titolo: "glossario dei fatti reali" e con ciò egli si da tutta l’aria di rappresentare dei fatti veri e reali. E non si limita a questo: sopravalutando le sue capacità in una maniera sospetta dal punto di vista psichiatrico, egli elogia il suo elaborato come "opera di consultazione [Nachschlagewerk] sul passato recente che continua ad avere degli effetti sulla storia contemporanea della Germania". Ciò sarebbe ridicolo, se non fosse mortalmente serio e sanguino. Con le sue asserzioni false, dunque, l’editore mira a effetti politici, e precisamente a favore della salvezza di rapporti fossilizzati. In effetti, quindi, si tratta di un opera di assassinio [Totschlagewerk] che è diretta contro tutta la gente ammalata, la quale, oggidì e di ampia portata, è ancora così incoscientemente e senza orientazione in balia del sistema iatro-capitalista di profitto come, nel passato, i primi operai industriali erano in balia dei loro imprenditori e benefattori del capitalismo tipo Manchester.

Per quanto all’obiezione possibile dal Sig. Procuratore della Repubblica che tutto ciò sia esagerato e che riguardi delle questioni politiche e non del diritto penale? E che ciò non lo concernerebbe in quanto non sarebbe di sua competenza come giurista? Si è sbagliato di grosso! Anche qui, come abbiamo esposto già nella sezione introduttiva, si tratta solo per ultimo di assunti ideologici e politici che gli accusati fossero liberi di presentare a loro piacere. Si tratta bensì di fatti concreti nel senso giuridico. Si tratti di fatti ben conosciuti dagli accusati. E ciò malgrado gli accusati hanno redatto delle asserzioni di cui sapevano che erano false. Perciò è un caso di cui si deve occupare il Procuratore della Repubblica.

Gli accusati hanno agito in cognizione di causa e contro il proprio giudizio migliore. La loro punizione è quindi assolutamente necessaria; ciò sicuramente per motivi della prevenzione speciale, ma anche sotto l’aspetto della prevenzione generale.

 

II.

E’ fuor di dubbio che le asserzioni sul SPK sostenute dagli accusati sono false. E’ anche fuor di dubbio che non si tratti solo di asserzioni false per così dire "neutrali" (compara la legislazione di stampa). Al contrario: dall’esame delle fattispecie di reato risulta che gli accusati hanno commesso i reati di maldicenza, diffamazione e calunnia, costruzione di falsi sospetti, istigazione della gente contro una parte del popolo ed istupidimento del popolo. A causa di ciò sono stati lesi non soltanto gli interessi degni di protezione legale della sottoscritta ma anche quelli di una pluralità di persone; sono stati lesi non soltanto gli interessi dei pazienti del SPK, del PF/SPK(H) e del PF/SPK (MFE), ma anche gli interessi di tutti gli altri pazienti che si sono rivolti e che si rivolgono a detto collettivo. Il principio di propagazione del PF/SPK si chiama ed è, come già allora, principio di Espansionismo MultiFocale (EMF; MFE sta per la sua sigla in tedesco). Esistono, p.e., lo PF/SPK(MFE) Austria, e similarmente lo MFE Grecia, lo MFE Spagna, lo MFE Colombia, e molti altri. Tutti questi MFE, e tutti coloro che si rivolgono ad essi sono stati lesi dalle incriminati asserzioni false sul SPK.

E’ da menzionare qui in particolare lo PF/SPK(H), KRANKHEIT IM RECHT (LA MALATTIA AL DIRITTO; nel doppio senso dell’introduzione della malattia al diritto e della malattia creando diritto vigente), PATOPRATICA CON GIURISTI, conosciuto per essere attivo in continuazione del SPK e per essere l’unico luogo dove si possono ottenere informazioni autentiche sul SPK. Chi si dirige a KRANKHEIT IM RECHT – spesso l’ultima stazione dopo che tutte le altre possibilità si sono rivelate essere fallite – ha già preso una decisione su quel che non vuole prima di venire, e cioè né terapia né trattamento medico, come tutti coloro che si erano diretto al SPK nel 1970/71, avevano già preso una decisione prima di venire. E già come era accaduto nel SPK, a KRANKHEIT IM RECHT si dirigono delle persone provenienti da tutte le parti della popolazione. Non solo da tutte le parti della Germania, ma da tutto il mondo stanno giungendo delle domande. Di ciò danno prova in modo esemplare le attività settimanali svolte da KRANKHEIT IM RECHT (KRANKHEIT IM RECHT, diario delle attività svolte in una qualsiasi settimana del febbraio 1993). KRANKHEIT IM RECHT non è un gruppo di auto mutuo aiuto (Selbsthilfegruppe), né una lega per la protezione dei pazienti (Patientenschutzbund), nessun rifugio per sbandati (Weglaufhaus), né un’ assistenza all’eutaNAZIsmo (Sterbehilfe), e nessun circolo-di-difesa-dei-diritti-umani-della-razza-padrone (Herrenmenschenrechtsverein), bensì è un’area-pro-malattia (Pro-Krankheits-Bereich). La protesta di molti viene attivata attraverso delle azioni efficaci contro i medici affinché la malattia sia posta a diritto, ma non semplicemente per ottenere "giustizia", ma tutt’al contrario, per fondare e stabilire dei diritti attraverso la malattia (Rechtsetzung durch Krankheit).

E’ un dato di fatto che la malattia sta aumentando. I medici ne traggono guadagno. Il terrore che proviene dalla salvazione [HEIL] & terapia e che viene generato dalla professione dei medici nel suo insieme può essere affrontato in modo efficace unicamente da un fronte di pazienti che è in favore della malattia. Ciò riguarda tutti, e già da tanto non soltanto l’SPK, PF/SPK(H) da solo.

Chi altro può opporsi seriamente allo sfruttamento delle banche di organi, all’incitazione contro pazienti e alla caccia degli ammalati, opporsi all’allevamento e alla coltivazione della razza padrona [Herrenmenschen], opporsi all’eutaNAZIa (dall’ aborto e l’atto di staccare la macchina che "mantiene" in vita fino al assassinio attivo), mentre crede all’illusione fantasmagorica e mentale chiamata "salute" e mentre si dibatte come un pesce preso nella rete tessuta della promessa di SALVazione e di "Salute" – ossessione di cui è posseduta?!

Il paziente, se sta cercando protezione e supporto in questa guerra condotta dai medici contro i pazienti, dove potrà dirigersi se non al PF/SPK(H)? Al sindacato? Questo lo accetta solo dopo che la mano d’opera ammalata sia stata restaurata, ma non lo vuole come paziente. Alla politica e ai politici? Alla coalizione di tutti i partiti unitisi nel nome della "salute", cioè al partito della "salute", questo "braccio legale" della professione medica (rivista XY) che secondo detta dizione, non è che un organizzazione terrorista, un esercito clandestino? Oppure alla chiesa? Certo: la necessità conduce a Dio, però il dolore, la sofferenza e la disperazione conducono oggidì la gente piuttosto agli ospedali che non alla chiesa. Per i Curdi perseguitati e minacciati di deportazione ed estradizione, oggidì, c’è a volte "il santuario religioso, la santa chiesa" (’asilo nella chiesa’); al converso, però, è mai stata garantita una tale protezione, p.e., ai pazienti minacciati di essere soggetti a un "trattamento sanitario obbligatorio" per essere internati in un "asilo"?

Unicamente il Collettivo Socialista di Pazienti e tutti coloro che si sono uniti alla sua causa, riferendosi in modo positivo alla malattia, fin dal principio hanno fatto fronte contro la terapia & SALVazione.

Pertanto, le asserzioni false degli accusati non solo hanno causato e continuano a causare danni agli interessi vitali di tutti coloro che stanno lavorando nel o con lo PF/SPK(H), ma esse sono particolarmente atte ad aggirare ed a trarre in inganno tutti coloro che cercano aiuto e supporto contro la violenza del potere medico di SALVAZIONE e di CURAZIONE [aerztliche HEILsgewalt].

Gli tentativi di trarre in inganno, anche se sono relativamente innocui a contrasto con il presente caso, sono incriminabili e soggetti a persecuzione penale, spesso ancora se i motivi sono di poca importanza.

(…).

Poiché può dar luogo a confusione, l’imbroglio di etichette (cioè usare la denominazione di un altro produttore, prodotto, ecc.) è proibito nel mondo del commercio. Di un affare commerciale si tratta anche nel caso presente, e precisamente da parte degli accusati. Per quanto riguarda invece i pazienti, si tratta di una lotta di vita o morte (pericolo imminente). Modificando in modo fraudolente il contenuto del SPK e attaccando ad esso un’etichetta che da luogo a confusione perché lo cambia da un collettivo di guerra della malattia [Krankheitskriegskollektiv] in ancora un’altra merce sul mercato-dei-gruppetti-della-"salute" ("… restituire la "salute" alla gente"), gli accusati, sig.ra dr.ssa Gremliza e sig. Mecklenburg, promuovono gli affari di coloro che odiano la malattia [Krankheitshasser]. Con la loro pubblicazione destano nel pubblico l’impressione sbagliata che lo SPK facesse parte di quelli che sostengono la "salute" e oltre a ciò si riferiscono al SPK – cos’è un’altra notizia falsa com’è constatata da parte dei tribunali – come a un collettivo che fosse stato "proibito". "Sano" e "proibito", in effetti: morto. Così piacerebbe a loro, a questi scrittori pagati [Lohnschreiber], e l’approvazione da parte dei medici, se non agiscono addirittura per impulso dei medici, è data sicura, sicura come la morte, e ciò molto in concreto [KONKRET]. Questa doppia strategia di disorientamento e intimidazione & dissuasione - che, alla fin fine, è anch’essa inefficace nei confronti della malattia e patopratica - tenta di negare al SPK, PF/SPK(H), il diritto all’esistenza, almeno sulla carta. Inoltre è dannosa in quanti accorciativa per la vita di tutti coloro (cioè i pazienti!) che, essendo comunque terrorizzati / terapeutizzati, faticano in modo particolare di superare la propria soglia d’inibizione quando desiderano dirigersi al PF/SPK che molto spesso è la loro ultima speranza o la loro ultima ratio. Il paziente singolo e isolato è spinto alla disperazione, e per quanto al suo ultimo ricorso --- gli accusati lo stanno leggendo sul giornale durante la prima colazione, e credono che non ha niente a che fare con loro. E’ il dovere del Procuratore della Repubblica impartire agli accusati della casa editrice KONKRET una lezione [eines Besseren zu belehren] in materia di diritto penale sui nessi di colpa e responsabilità stabiliti dalle leggi penali, e precisamente sul fatto che, a causa delle loro asserzioni false sul SPK, molta gente, essendo stata tratta in inganno da queste asserzioni false, è stata danneggiata nei suoi interessi vitali, e cioè non soltanto la sottoscritta e i pazienti del SPK, del PF/SPK(H) e del PF/SPK(MFE) ma anche tutti gli altri pazienti che si dirigono a loro – oppure vengono trattenuti dal farlo, secondo la volontà degli accusati.

Fatto sta che ciò che è causa nel presente caso è la guerra dell’ "esercito bianco" attualmente in corso sul mondo intero (professione medica) che viene condotta contro i pazienti. Questa guerra sicuramente non è stata dichiarata, e viene condotta contro i pazienti senza che quest’ultimi, nella loro gran maggioranza, finora se ne fossero almeno accorti. "Si deve alla circostanza che normalmente il paziente pone la sua fiducia nel suo medico, che il singolo paziente raramente si rende conto dell’esercito bianco … Questo esercito si è schierata a scaglioni profonde, sta continuamente arruolando nuove reclute … Su questo fronte non c’è mai pace … Irrazionalità, superstizione e persino idee allucinatorie e cervellotiche sono componenti costanti del sistema della salute … Molte disposizioni di legge semplicemente non vengono osservate dal complesso medico-industriale, altre vengono persino annullate oppure eluse", scrive persino la rivista XY a cui ciò era dato nell’occhio (34/1998).

Per tutte le ragioni giuridiche e legali si deve pertanto procedere per vie legali contro gli accusati e intentare un processo penale pubblico nei loro confronti. Gli accusati agivano contrariamente al proprio giudizio migliore e quindi con cognizione di causa. Gli accusati erano stati ammoniti ripetutamente per telefono e per iscritto, come abbiamo esposto di sopra, di astenersi dalla loro offesa.

Dato che gli accusati hanno commesso i loro delitti in pubblico attraverso la distribuzione della loro pubblicazione, la corrispondente pena detentiva prevista dal codice penale ammonta a 5 anni di detenzione.

Si chiede dal Procuratore della Repubblica di voler confermare la ricevuta della presente denuncia penale e comunicarci il relativo numero di protocollo e il nome del Procuratore della Repubblica.

(Firma)

La SALUTE è contro tutti e contro ognuno, salvo la classe dominante,
la classe medica stessa, cioè la classe degli Iacker

Non esiste qualcosa come la "salute".
La "salute" è soltanto un cervellotico biologistico-nazista.

Chi finge di sentirsi "sano", come il dottor Feelgood (Dr. Mi-sento-bene), negli altri converte peggioramento in disperazione e li spinge al suicidio. In ogni caso, egli tra vantaggio dalla follia mentre è carente di ogni spiegazione al riguardo.

Traduttore:

Kurd Ch. Schager, Dipl.-Angl., M.A.soc.ling. , PF/SPK MFE

Redazione finale:

Huber
KRANKHEIT IM RECHT