Nuova sconfitta della classe medica
Nuova sentenza della Corte costituzionale della Colombia sulla legge HPV
Attenzione!
Già la nostra domanda di incostituzionalità della legge sulla vaccinazione anti-HPV (papilomavirus) del settembre 2014 e la relativa sentenza della Corte costituzionale (numero C-752 del 2015)
non solo ha annullato l’ambiguità intenzionale della legge sulla vaccinazione HPV del 2013 e con ciò il presunto obbligo di vaccinazione anti-HPV
ma ha anche impedito alla classe medica e al suo braccio esecutivo di utilizzare l’ambiguità intenzionale della legge HPV del 2013 come pretesto per i loro atti di violenza contro il popolo colombiano per constringerlo con la forza a farsi vaccinare. Allora la vaccinazione anti-HPV aveva già inflitto danni devastanti alle donne e le ragazze colombiane e provocato innumerevoli lesioni personali irreparabili.
La nostra domanda di incostituzionalità del 2014, quindi, è stata un grandissimo passo in avanti che risultò nella nuova sentenza della Corte costituzionale del 27.08.2017 (numero T-365 del 2017) – una sentenza basata sul ricorso costituzionale presentata da una donna danneggiata a seguito di una vaccinazione anti-HPV, la quale era stata sostenuta dall’Associazione delle Donne afflitte da danni causati dai vaccini anti-HPV.
Costretta dalla resistenza dei
pazienti e obbligata di rispettare la sua giurisprudenza precedente, la Corte
costituzionale della Colombia, nella sua sentenza del 27.08.2017 (numero T-365
del 2017), ha affermato e decretato che qualsiasi trattamento medico
obbligatorio, cioé il trattamento contro la volontà del paziente, e quindi
qualsiasi vaccinazione coercitiva, nel caso presente: la vaccinazione anti-HPV,
è incostituzionale e costituisce una violazione dei diritti fondamentali.
La volontà del paziente possiede la massima priorità legale.
Nella sua sentenza, la Corte costituzionale mette in guardia e istruisce il Ministero della Sanità della Colombia in modo tale che spetta ai medici provare che siano in possesso del consenso del paziente per qualsiasi trattamento medico, inclusa la somministrazione del vaccino anti-HPV e qualsiasi altro vaccino. Perché "ogni manipolazione del corpo adoperata senza il consenso (del paziente) è una delle forme più tipiche e basiliari di ciò che è legalmente inammissibile e vietato", come sottolinea la Corte, riferendosi a una sua sentenza emmessa già nel 1999 (!), sentenza ribadita nel 2006.
Nella sua nuova sentenza, la Corte costituzionale fa menzione del fatto che alcuni paesi hanno espresso dei dubbi circa e delle obiezioni contro il vaccino anti-HPV e che, ad esempio, le autorità pubbliche giapponesi "hanno sospeso le campagne di vaccinazione anti-HPV a causa del rapporto tra la sua somministrazione e la morte di quattro donne nel 2011"(!).
Sebbene la classe medica colombiana fosse stata a conoscenza di questi decessi dovuti ai vaccini anti-HPV dal 2011, essa – con il pretesto della legge anti-HPV del 2013 – aveva sottoposto le donne e ragazze colombiane a esperimenti medici in massa senza il loro consenso. Questa è una flagrante violazione dei diritti fondamentali delle donne colombiane, una violazione dell’articolo 7 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, che fa parte della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite (ONU) ed è giuridicamente vincolante per ogni stato – una violazione del diritto internazionale che è "allo stesso livello di tortura o trattamento o punizione crudele, inumano e degradante", come sottolinea l’articolo 7 di questo patto internazionale. E, con riguardo all’ EutaNAZISMO medico, la dottatura del HEIL & SSalute, il cui ricordo era ancora fresco nel 1966, gli autori del Patto internazionale sapevano esattamente di cosa stavano parlando.
Inoltre, la Corte costituzionale aveva precedentemente avvertito che la mera assenza del consenso del paziente deve essere riconosciuta come avversione al rispettivo trattamento medico. Non ci si dovrebbero lasciarsi ingannare o intimire da manipolazioni del tipo "presunzione di consenso" o dalla pretesa di fornire "rifiuto scritto dopo adeguata informazione" – trucchi tentati dal Ministero della Sanità me astuzia filoiatrica – perché si tratta di pratiche fraudolenti e distorsioni illegitime che servono solo ad alleggerire il medico dell’onere della prova e per dargli il via libera per agire con impunità contro la volontà del paziente. No, niente di tutto ciò! Grazie alla classe dei pazienti, il silenzio del paziente equivale al suo rifiuto del trattamento medico e acquista l’autorità di cosa giudicata. Però, per dare al medico nessuna pretesa gratuita è comunque meglio esprimergli in maniera categorica il rifiuto del rispettivo trattamento medico.
La nuova sentenza della Corte costituzionale è un’efficace munizione per tenere a bada i medici e per liberare la malattia dalle catene mediche.
Allo stesso tempo però, la Corte costituzionale si sentiva obbligata a soddisfare la classe medica e il suo braccio esecutivo esortandoli a "impegnarsi in campagne di informazione e di educazione pubblica in massa". Cioé, detto a chiare lettere: lavaggio del cervello.
Pertanto è ancora necessaria la vigilanza della classe dei pazienti contro la classe medica!
PF/SPK MFE Colombia
Traduzione: MFE Italia, 24.11.2017
Basta con la guerra iatrobiontica dei medici contro tutti! Passate all’offensiva!
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